Ancelotti fa discutere Ulivieri e Gramellini: botta e risposta dopo il mancato rinvio di Real Madrid-Milan

Le parole di Carlo Ancelotti prima di Real Madrid-Milan e più in generale prima del turno di Champions – “c’è poca voglia di parlare di calcio dopo quanto accaduto a Valencia. Il calcio è una festa e in questi giorni d’alluvione nessuno in Spagna ha voglia di festeggiare” – e la “tirata d’orecchie” di Massimo Gramellini a “Carletto” nella sua rubrica “Il Caffè di Gramellini” sul Corriere della Sera hanno scatenato un piccolo caso. Sulla questione, infatti, è intervenuto il decano dei tecnici italiani, Renzo Ulivieri, che ha scritto una lettera aperta al giornalista per bacchettarlo a sua volta.

Real Madrid-Milan, il disagio di Ancelotti e il post di Gramellini Ulivieri in difesa di Carletto: lettera aperta al Corriere della Sera “Renzaccio” a Gramellini: “Su Ancelotti niente sconti, ha esagerato” Il giornalista risponde a Ulivieri e ammette: “Ho infierito sul meno colpevole”

Real Madrid-Milan, il disagio di Ancelotti e il post di Gramellini

Prima del match di Champions, poi vinto 3-1 dai rossoneri, Ancelotti si era lamentato del mancato rinvio. E Gramellini, dalle colonne della sua rubrica, lo aveva punzecchiato: “Certe volte è solo disobbedendo che si fa la storia”. E ancora: “Ha talmente ragione che mi verrebbe da chiedergli: allora perché giocate? L’allenatore del Real Madrid ha già risposto: ‘Non siamo noi quelli che comandano e così ci adattiamo’. Ma se stesse proprio qui il cuore del problema e, in genere, di tanti problemi?”.

Ulivieri in difesa di Carletto: lettera aperta al Corriere della Sera

Sempre sul Corriere, è arrivata la replica di Renzo Ulivieri, presidente dell’AssoAllenatori, che con garbo ed educazione ha sottolineato come la conclusione del post di Gramellini – “Lamentarsi e indignarsi senza fare mai seguire alla denuncia un gesto concreto è l’atteggiamento tipico delle vittime. Ci sono circostanze in cui bisogna anche saper tirar fuori ‘los cojones’. Altrimenti è meglio stare zitti che belare” – non gli sia affatto piaciuta.

“Renzaccio” a Gramellini: “Su Ancelotti niente sconti, ha esagerato”

“Temo – ha scritto Ulivieri – che il genere di problemi, di egoismo, di indifferenza, di antipolitica, raggiunti in questi tempi agri riguardino ciascuno di noi e ci sia bisogno assai di più dei cojones di un allenatore, pure si tratti di Ancelotti”. E poi: “Il calcio dovrà fare la sua parte ma prima del calcio vedo praterie di sepolcri imbiancati e facce girate dall’altra parte…”. In conclusione: “Per chi le usa per lavoro, le parole sono ancora più importanti”. E: “Mi spiace in questo senso, che non abbia fatto sconti a un uomo come Ancelotti, pur avendo allargato il discorso”. Con riferimento, in particolare, al verbo “belare” utilizzato a proposito di un signore del calcio come Carletto, sempre mite e pacato.

Il giornalista risponde a Ulivieri e ammette: “Ho infierito sul meno colpevole”

Alla lettera di “Renzaccio”, Gramellini ha controreplicato con altrettanto stile: “Caro Ulivieri, la ringrazio per il garbo della sua replica e riconosco di essermi lasciato trascinare dalla passione e di avere infierito nelle ultime righe sul bersaglio forse meno colpevole, essendo Ancelotti un uomo mite e perbene. Mi colpisce però che Lei mi abbia scritto per difendere un suo collega. Mi dirà che è un suo dovere, come presidente dell’Associazione allenatori, ma io ci vedo la conferma che anche i migliori, in questo Paese di corporazioni, si sentono chiamati in causa solo quando si tocca uno della loro tribù”.